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Presentato al pubblico il Progetto di restauro  della Chiesa Bizantina S.Maria dei Cerei di Rometta

Chiesa Bizantina di Rometta (olio su tavola 50 x 70 opera dell'artista,, Giovanni Guglielmo, 2003)

 

Rometta, 23 maggio 2011 - Presentato il progetto per il restauro della Chiesa Bizantina di S.Maria dei Cerei. Ad illustrarne gli indirizzi seguiti e gli obiettivi da raggiungere lo stesso architetto Filippo Imbesi che con la sua equipe ha portato a termine un vasto programma di studi e di analisi sul monumento romettese. Per la redazione del progetto, l’Imbesi si è avvalso di accurate analisi al georadar effettuati dalla società Diagnosis srl di Vittorio Longo oltre ai rilievi ottenuti con il Laser Scanner 3D eseguiti dal Dipartimento di Scienze per l’Ingegneria per l’Architettura, Facoltà di Ingegneria dell’Università di Messina, diretto dal prof. Mario Manganaro.

 

L'Architetto. Imbesi

 

La presentazione del progetto è avvenuta il 23 maggio, nell’ambito di un Convegno di studi svoltosi nella Chiesa Madre di Rometta, gremita di persone. A fare gli onori di casa, il Parroco, Salvatore Perdichizzi, fautore dell’incarico della stesura del progetto e il Sindaco di Rometta, Roberto Abbadessa. Entrambi hanno rivolto all’Assessore Regionale dei Beni Culturali, Sebastiano Messineo, presente per l’occasione al Convegno, un caloroso invito ad intervenire in aiuto di un Monumento che merita, per la sua vetustà e per la sua importanza storica-architettonica, un’attenzione da parte del Governo Regionale che dovrebbe finanziare il progetto di restauro complessivo.

 

da sinistra: Sac. Perdichizzi, Messineo, Giglio, Lo Curzio, Abbadessa e Gazzara


Al Convegno, organizzato per delineare la storia e la genesi della Chiesa Bizantina di Rometta, conosciuta anche con il nome del S.Salvatore, ma anche detta della Candelora, oltre al nome più antico sin’ora conosciuto, S.Maria dei Cerei, hanno partecipato, oltre all’Achitetto Imbesi, estensore del progetto, studiosi di Storia e di Architettura bizantina, quali: Salvatore Giglio, storico dell’arte, autore di vari studi sull’arte e l’architettura paleocristiana e medievale in Sicilia; Massimo Lo Curzio, Docente di restauro architettonico presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Reggio Calabria; Luigi Santagati, studioso di Storia della Sicilia e curatore (traduzione, annotazioni ed integrazioni) di recente di una pubblicazione di Michele Amari, “Carta comparata della Sicilia Moderna” scritta dal grande arabista siciliano in lingua francese durante gli anni dell’esilio a Parigi, nel 1859, ed inedita in lingua italiana sino ad oggi; Piero Gazzara, ricercatore di storia locale e curatore di una pubblicazione “Archivio Storico Romettese – i documenti dell’età medievale” edito nel 2006.

 

Un elaborato grafico del progetto


Molto apprezzato l’intervento dell’Assessore, Messineo, affascinato dalla visita fatta alla Chiesa Bizantina, monumento insigne nel panorama del vasto patrimonio dei beni culturali posseduti dalla Sicilia, verso i quali il governo della Regione, pur tra mille ristrettezze di Bilancio, intende tutelare per permettere la loro sopravvivenza nel tempo, per tramandarli alle future generazioni. Molto seguito l’apporto di Luigi Santagati che con l’ausilio di schede visive ha illustrato il complesso sistema viario montano utilizzato dalla resistenza bizantina all’invasione musulmana, soffermandosi sulla formidabile disposizione sul territorio delle fortezze della val demona che impegnarono a lungo gli eserciti musulmani: la conquista dell’isola infatti, si protrasse per tutto il periodo che va dal 827, con lo sbarco di capo Granitola, presso Mazara, sino al 965, anno in cui cadde l’ultima fortezza siciliana, Rometta (Erymata).

 

da sinistra: Gazzara, Giglio, Lo Curzio e Imbesi

 

Intento a tracciare le condizioni sociali ed economiche dell’epoca in cui fu edificata la Chiesa di S.Maria dei Cerei, Piero Gazzara, ha descritto le particolari dinamiche degli insediamenti umani che portarono al processo di militarizzazione della Sicilia da parte dell’Impero Romano d’oriente già all’indomani della riconquista giustinianea che fece della Sicilia un’isola fortificata, quasi un ridotto militare al centro del mediterraneo, che doveva servire come base per il controllo delle terre “romane” appena riconquistate, quali l’Africa settentrionale, la Spagna e l’Italia. Il Gazzara ha continuato elencando i reperti archeologici dell’epoca bizantina rinvenuti nel territorio romettese durante la campagna di scavi effettuati tra gli anni 1960-69 dall’archeologo Giacomo Scibona. Particolare attenzione lo studioso ha rivolto alle fonti scritte, sia a quelle arabe che a quelle greche, soffermandosi su quella coeva alla conquista del 965, redatta da Nilo di Rossano nel Codice Cryptense.

 

da sinistra: Giglio e Lo Curzio


Salvatore Giglio, rifacendosi ad un suo studio sulla chiesa romettese effettuato nel 1990 in team con il prof. Lo Curzio, ha esposto il cammino particolare che ha condotto i due studiosi a lanciare l’ipotesi che in origine la Chiesa bizantina fosse un battistero, edificato nel VI secolo. A tale conclusione si è giunti dopo aver studiato la particolare struttura planimetrica comparandola con altri esempi di costruzioni similari sparsi per tutta l’ecumene bizantina. Inteso a definire la distinzione tra restauro e conservazione, il prof. Lo Curzio, ha messo in luce di come l’architettura bizantina, da sempre ignorata e poco studiata, stia negli ultimi tempi ritornando ad occupare sempre di più il posto che le aspetta nell’evoluzione dell’architettura moderna. Intervenire con attività di restauro sulla struttura della Chiesa Bizantina dovrebbe essere un dovere imprescindibile di tutte le istituzioni pubbliche che dovrebbero meglio tutelare e conservare i monumenti. A ciò, il prof. Lo Curzio, ha ribadito sin d’ora la disponibilità della facoltà di Restauro Architettonico dell’Università di Reggio Calabria a fornire aiuto e consulenza tecnica nei vari processi di restauro della Chiesa Bizantina romettese.

 

L'intervento conclusivo del Soprintendente BB.CC. di Messina, Salvatore Scuto con Giglio e Santagati

 

 A tirare le conclusione del convegno, è intervenuto il Soprintendente dei Beni Culturali di Messina, Salvatore Scuto, il quale ha ribadito l’importanza dell’architettura bizantina nello sviluppo dell’architettura europea moderna che deve molto alle soluzioni costruttive introdotte dagli architetti bizantini e la chiesa di S.Maria dei Cerei, tutt’ora miracolosamente intatta a parte le aggiunte e rifacimenti sopportati lungo tutto l’arco della sua millenaria esistenza, né è una prova. L’auspicio adesso è che la Parrocchia di Rometta possa ottenere il finanziamento e dare così avvio a quegli interventi necessari, quali il rinsaldamento delle mura esterne, dove la malta che legava le pietre, sgretolandosi con il tempo, sta lasciando vuoti pericolosi e profondi.

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