Mostra archeologica a Messina
dal tema “Sepolture e corredi funerari dei Greci
e dei Romani”
In esposizione, sino al 10 Aprile, presso il Teatro Vittorio
Emanuele (ex Santa Elisabetta) i reperti della
Messina antica
Sino al 10
aprile è possibile visitare la mostra di reperti archeologici,
ospitata al Teatro Vittorio Emanuele di Messina. Una piccola
parte dell’immenso tesoro venuto alla luce dal sottosuolo della
città dello stretto ed adesso esposto ai nostri occhi. Sono
momenti rari visto che Messina manca “stranamente” di un proprio
Museo archeologico dove poter conservare ed esporre
permanentemente il ricco patrimonio di testimonianze antiche che
giace, da decenni, nei silenziosi magazzini della
Soprintendenza. Ma questo non ha impedito di recuperare,
studiare e conservare i segni della presenza della civiltà
umana nella città falcata e ridare all’antica Zancle la dignità
delle proprie origini. Alla perseveranza e tenacia dei primi
cultori delle antichità che iniziarono a difendere i numerosi
reperti che, soprattutto dal secondo dopoguerra, iniziavano a
riemergere dall’abbattimento degli edifici, si sono aggiunti gli
archeologi dell’Università e della Soprintendenza. Adesso
Messina possiede un notevole tesoro archeologico, interessante
per spessore scientifico e utile per una maggiore conoscenza del
mondo antico.
La nostra Mostra, inaugurata nella notte della cultura ed
allestita in tre salette, arredate per l’evento, mette in
vetrina 148 pezzi di inestimabile valore culturale facendoci
conoscere in un percorso tematico e attraverso i segni concreti
e materiali dell’epoca, le caratteristiche dei riti funerari che
gli antichi messinesi celebravano nelle necropoli della città
(alcuni reperti ritrovati lungo la Via Cesare Battisti e la
vicina Via degli Orti e altri provenienti dalla tomba
monumentale sotto la Scalinata di largo Avignone).Un
excursus emozionante che abbraccia un periodo di mille anni, che
va dal IV secolo a.C. fino alla fine del V secolo d.C. visto
attraverso gli oggetti più svariati: un bellissimo cratere,
utilizzato come urna cineraria e dipinto con delle scene
teatrali; un altare funerario in marmo dell’età romana ed
utilizzato in epoca medievale come fontana; gli eleganti
unguentari fittili dal corpo fusiforme deposti dentro le tombe
di incinerati. La visita alla Mostra è anche l’occasione per
conoscere alcuni riti dell’antichità legati alla concezione
dell’aldilà come la piccola barca in legno, trovata tra i
corredi di una tomba di un ragazzo dell’età romana, forse, posta
lì, dai genitori addolorati e che simbolicamente doveva
trasportare l’anima del figlio nei Campi Elisi; oppure le monete
ritrovate sul corpo del defunto e che dovevano servire per
pagare l’attraversamento del fiume Acheronte; o come l’usanza,
diffusasi all’inizio del II sec. a.C. di cremare durante la
cerimonia funebre frutti secchi, ritrovati sotto forma di gusci
bruciati di noci, nocciole e pinoli.
Un ringraziamento per la Mostra va alla curatrice, la dott.ssa
Gabriella Tigano e a tutto il gruppo operativo della
Soprintendenza per i Beni Archeologici di Messina. La mostra,
con accesso libero, è aperta da martedì al sabato dalle ore 9,00
alle ore 13,00 e dalle 16,00 alle 19,00 e la domenica dalle ore
10,00 alle 12,30 e dalle ore 17,00 alle 19,00. I visitatori
potranno anche vedere un interessante video sui ritrovamenti dei
reperti esposti proiettato in una saletta attigua alla Mostra.
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