Poesie 
dedicate a Rometta

                       A cura dell’Associazione Culturale Marduk

O diruto Castel di Federico,

povero e sol sulla spoglia altura,

dov’è il tuo fasto, lo splendore antico,

de le tue vecchie principesche mura?

 

Ermo sul colle, sagoma silente

a l’insulto del tempo e al vagabondo

tu rechi il verbo di passate genti

e porti il lor ricordo al nostro mondo.

 

Io giovinetto a l’ombre tuo ristavo,

quando il Febo dardeggiavan l’ore,

e ai primi voli allor mi cimentavo,

finchè la Musa m’aprì il suo cuore.

 

E scrutando nel tempo il tuo passato,

come sa far chi è poeta,

rivedevo il Re, povero malato,

mirar la valle verdeggiante e cheta,

e a  l’aure nostre, aure imbalsamate,

cercar la vita che gli fuggiva già.

 

Nitrir sentivo indomiti destrieri,

udivo il passo delle cortigiane,

e pensando attento ai tuoi misteri,

sognavo que’ giorni d’età lontane.

E se a te ritorno nell’età matura,

stanco, avvilito, e senza meta alcuna,

incerto sosto sotto le tue mura

a ritentar ognor la vecchia rima.

 

 E mi narri ancor d’ancelle e castellane,

e di Rometta la regal fortuna….

Ma…Oh! Taci, taci, son parole vane!

Come invocazioni inutili alla luna!

Il secol che volge più non t’intende,

ridendo del copelvol abbandono,

or sulle tue mura la ruina  scende

mentre diruto Castel tenevi un trono.

                                     

                                       G. Lombardo Saija

 

 

Diruto Castello

Diruto castello