Poesie 
dedicate a Rometta

                       A cura dell’Associazione Culturale Marduk

Sonetto a Rometta

 

Sonetto a Rometta

 

 

 

Non vanto io già chè il mio natal venturo

      traggo da Roma, ond’io nomata sono;

       né vanto già che nel mio seno angusto

     diedi a più Regi antichi altero il trono.

 

Taccio che liberando Arcadio Augusto

     Zancle m’offrì le sue tre torri in dono;

     e di quanto Ruggier di glorie onusto

  mi diè con altri Re, nulla ragiono.

 

      Sol consiste il mio vanto, il mio splendore,

   che nelle selve mie. Romita sede

     si fè Leon, dei taumaturghi il fiore.

 

Per cui giuro prostrata al sacro piede

      come la grotta sua sacro il mio cuore,

 e come le acque sue, viva la fede.

 

                          Sac. Domenico Ardizzone

                                    Rometta 1720