Sette
punto Arte, mostra di Arte Contemporanea ospitata nei locali
di Palazzo “Nino Lombardo” di Rometta. Dal 30 giugno al 21
Luglio 2013.
“Sette punto
Arte”, sette artisti espongono alcuni loro lavori nel
magnifico atrio del restaurato palazzo municipale “Nino
Lombardo”, internamente ripensato ma esternamente riportato
alla primigenia architettura rinascimentale. La mostra, nata
nell’ambito delle Giornate della Cultura del 29 e 30 giugno,
è visitabile sino al 21 luglio.
Locali della Mostra
Curata dagli
stessi autori, la mostra annovera nella propria consistenza,
interessanti lavori che evidenziano appieno l’infinita
leggibilità e l’estrema libertà di composizione, scevra da
canoni concettuali identificabili in facies o magister
iniziatori. Ciascun artista è un universo di forme e di
sfumature da ricercare nel vissuto di ogni singolo artista,
unico modellatore del proprio stile che assurge a
rappresentazione di una intimistica visione dell’umana
rappresentazione.
Solleva l'Arte (l'immaginazione di Stello
Quartarone)
Tra
questi, Stello Quartarone, una vita nell’Arte, pervasa in
ogni sua fase dai colori e dalla continua trasformazione
della materia: le sue creazioni, esposte, sono formelle
plasmate con il fuoco, diretto dalla mano dell’artista sulla
pece nera che, simile al plasma primordiale, tenta di
aggredire i colori scagliati da Stello. Tutta la produzione
artistica del pittore messinese denota un continuo sforzo
nel mutare la realtà percepita, creando uno spazio amorfo in
cui si immerge con la tempra di un atipico demiurgo armato
di immaginazione, artefice assoluto della propria vita.
Nino Giocondo
Duttile pianificatore di forme (e di pensiero), Nino
Giocondo esplora il vuoto fisico con una semplicità che al
primo apparire inganna i sensi, attirati dagli spazi
consueti: lettere e aree cromatiche dominano il piano. Ma la
devianza sensitiva di chi crede nelle apparenze viene
soggiogata dal “tempo”, eterno alleato della mente
indagatrice. Ed ecco che le lettere, colte nella loro
uniformità “tipografica”, assumono i contorni di una
possibile visione interpretativa: le lettere, le idee, i
concetti sembrano contendere lo spazio vitale alle materie
grezze, alle massificazione, al perbenismo, all’ipocrisia e
a quant’altro riconosciamo di decadente nell’azione umana.
Ed ancora, le lettere, le parole ingigantite nella loro
plasticità, sembrano impegnate in una lotta per emergere
davanti ai nostri occhi, per impadronirsi della nostra
attenzione e focalizzare su di esse tutto lo sforzo
intellettivo.
Aurelio Valentini
Cammina con la gente l’estro artistico di Aurelio Valentini,
progettista di strutture materiali (una laurea in
Ingegneria) e adesso totalmente votato all’Arte e
modellatore di gesti animati, padroni incontrastati dello
spazio. Le figure attirano lo sguardo del visitatore
estraniandolo dal contesto e lo solleticano ad esplorare i
gesti, le pose, il cammino e l’abbigliamento, cioè
sull’essenzialità delle cose, senza alcuna divagazione su
aspetti e oggetti non utili ad una qualsiasi e possibile
definizione della realtà.
Filippo De Mariano
Esplosioni di colori, forti e sovrastati da un rosso che sa
di miti antichi e di sole, di terra aspra e battuta dal
mare, colmano i lavori di Filippo De Mariano. Tutto sembra
condurre alla sua terra nativa, la Sicilia (nasce e vive a
Santa Lucia del Mela) ma non è per nulla difficile
intravedere sprazzi di terra d’Africa, ora in quella
pennellata ed ora in quella particolare raffigurazione di
essere animato. E già. Gli animali dipinti dal De Mariano
lasciano intuire la mission dell’artista: rappresentare
attraverso di essi i pensieri, esternare le proprie emozioni
e trasmetterli al mondo degli umani. Colpisce una tela per
la sua dualistica (e molteplice) lettura. Un pesce di vaste
proporzioni, tale da signoreggiare tutto lo spazio centrale,
fagocita i suoi simili più piccoli, paradigma ancestrale per
indicare il potere piramidale di ogni struttura sociale. Ma
come non vedere nell’essere marino, raffigurato nella sua
essenzialità corporea, priva di carne, il classico potente,
o boiardo di sistema, oppure propugnatore di dottrine
settarie, generare (e non mangiare) altri suoi simili pronti
ad ingrossare le file ed occupare i gangli della società?
Piero Serboli
Piero Serboli s’avventura per i labirinti della vita con
l’animo del giocatore, consapevole delle regole che
determinano il suo destino. Un tracciato sinuoso, irto di
prove da superare e senza le quali non si può arrivare alla
fine. Numeri e simboli riempiono gli snodi del labirinto
quasi ad annunciare significati arcani e misterici, gli
unici che non possono essere svelati da tutti ma conosciuti
solo da chi s’accinge al percorso. E il cammino inizia e
finisce sotto i nostri occhi, tutto piegato su se stesso,
simile ad un gioco.
Demetrio Scopelliti
Un tuffo nelle memorie classiche, dove i colori tenui
tracciano linee e decorazioni appena leggibili, cancellati
dal passare del tempo. Così Demetrio Scopelliti sprigiona i
suoi pensieri davanti alle tele sulle quali i colori creano
aree indefinibili, atmosfere di epoche remote, retaggio di
un sospiro in bilico sull’orlo del tempo. Nei quadri esposti
di Scopelliti riaffiora una realtà subito impercettibile ma
con il seguire delle linee e dei pigmenti di colore, delle
forme appaiono avvolte dal decadimento della materia e
suscitano emozioni, larvate di antico ma che contribuiscono
a definire la visione dell’essere nella sua modernità.
Mentre Claudio Militti trasforma la comprensione della
realtà in un eterno dualismo degli opposti: l’essere non è
altro che il riflesso del non essere. I quadri esposti a
Rometta testimoniano in modo chiaro questa visione
metafisica del Militti che spinge la sua ricerca oltre i
confini delle forme monodimensionali utilizzando segni e
graffi tridimensionali, quasi volesse abbattere il confine
tra pittura e scultura, lambendo alla fine gli ambiti della
decorazione.
da: pierogazzara.altervista.org
|